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Capitolo 1-la caduta

Noah si svegliò di colpo, ma non era il risveglio normale che si prova al mattino, con la luce che filtra dalle tende o il suono della sveglia sul comodino. Aprì gli occhi su un cielo stranamente grigio, quasi bianco, avvolto da una nebbia fitta e irreale. L'aria era densa, silenziosa, come se il mondo stesse trattenendo il respiro.

Era sdraiato su un campo desolato, coperto di terra secca e screpolata. Intorno a lui si alzavano alberi magri, piegati dal vento, con rami che sembravano braccia scheletriche. Non c'erano suoni: niente uccelli, niente passi, nemmeno il battito del proprio cuore sembrava reale.

Si alzò lentamente, spaesato. Non ricordava come fosse arrivato lì. L'ultima cosa che aveva fatto era... dormire? Sì, era andato a letto come ogni notte. E ora si trovava in quel posto. Un sogno? Forse. Ma sembrava tutto troppo vero. Sentiva l'aria fredda sfiorargli le guance, la terra ruvida sotto i piedi, la nebbia che si muoveva come se avesse una vita propria.

E poi sentì quella voce.

Una voce lontana, portata dal vento. Una voce che non sembrava appartenere a un uomo o a una donna. Era qualcosa di diverso. Un sussurro antico, ma che parlava direttamente a lui. Diceva parole che non conosceva, eppure riusciva a comprenderle. "Velaria… attento… spariti… il velo si è spezzato…"

Noah fece un passo avanti, incerto. Ogni movimento sembrava attirare di più quella strana nebbia verso di lui. La voce si fece più chiara, come se gli camminasse accanto. Le frasi non avevano senso, ma allo stesso tempo lo guidavano, come un filo invisibile.

«Dove sono?» sussurrò, ma nessuno rispose.

Proseguì, entrando in una sorta di sentiero tra gli alberi. I rami si spostavano da soli, aprendosi al suo passaggio. C'erano tracce per terra. Impronte. Alcune sembravano umane, altre… no. Come se creature sconosciute fossero passate da lì prima di lui.

"Noah…"

Si voltò di scatto. Quella voce lo aveva chiamato per nome.

"Chi sei?!"

Nessuna risposta. Solo il vento. Ma ora aveva la certezza: qualcuno – o qualcosa – lo stava osservando.

Velaria. La parola gli rimbombava in testa. Quel nome. Quel luogo.In lontananza, vide una sagoma. Sembrava una persona, ma avvolta nella nebbia, immobile. Corse verso di essa, ma più si avvicinava, più la figura si dissolveva, come fumo nel vento. Quando arrivò nel punto esatto, non c'era più nessuno. Solo un vecchio oggetto sul terreno: un piccolo ciondolo con una pietra azzurra, che brillava debolmente.

Lo raccolse, e in quell'istante tutto cambiò.

Il terreno tremò lievemente sotto i piedi, il vento si fece più forte, e la nebbia cominciò a danzare intorno a lui. Voci. Tante voci. Dolci, tristi, arrabbiate, disperate. Voci di persone scomparse? Cancellate da quel mondo?

"Trovali, Noah."

Chi aveva parlato? Era stato nella sua testa?

Il cielo cominciava a cambiare. Una luce violacea spuntava all'orizzonte, come se l'alba stesse arrivando in un mondo che non era il suo. Velaria… quel nome lo perseguitava.

Noah capì che non poteva tornare indietro.

Non ancora.

"Arriveranno...altri come te".

"Cosa?" Disse Noah con la voce tremolante, era spaventato e confuso. Non sapeva che fare, la stanchezza era come se fosse scomparsa, nella sua testa c'era solo confusione, troppi pensieri, troppe domande senza risposte.

"Li sto portando...Grace...prossima".

"Grace? No! Non puoi farlo, perché lei?! Perche sono qui, cosa vuoi da noi!".

"5...Noah, Grace, Aidan, Esther, Liam".

"Tutti i miei amici? PERCHÉ PROPRIO NOI, CHE COSA VUOI DA NOI?!" Noah era ancora più confuso, non capiva che fare, non capiva il motivo, il perchè fosse qui, perchè proprio lui e i suoi amici, avevano fatto qualcosa di male?.

La voce non rispose, sembrava come se quella strana presenza se ne stesse andando lasciando una strana scia dietro di se, e quattro persone raffigurate come ombre grigie chiare che scomparivano man mano che la presenza spariva. Noah era rimasto solo o almeno era quello che credeva...

Mentre se ne stava seduto sull'erba disperato senza sapere cosa fare sentì un urlo, un urlo femminile. Grace. Vide un corpo cadere in un'altra radura e risentì la voce.

"Grace è arrivata".

Gli alberi si avvicinarono a Noah come se non volessero che Noah andasse da Grace, la voce voleva separarli.

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