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Chapter 2 - Il sangue degli Andralon

Entrò in città Nessuno parlava. Ma tutti lo guardavano.

Uomini, donne, anche bambini… tutti lo fissavano. Con rispetto? Paura? Riverenza?

Poi una voce squarciò il silenzio.

> "Sir Sylon Andralon!"

Una guardia in armatura blu notte gli si avvicinò, inginocchiandosi.

> "Perdonateci, ma… perché siete in città senza scorta? Il re è in apprensione. Vi prego, torniamo al castello."

> "C-castello…?"

Non ebbe tempo di rispondere. Venne condotto su un carro, attraversando ponti è torri di vetro fino ad arrivare davanti a un colosso d'architettura.

Un castello nero e maestoso, Cancelli d'ossidiana si aprirono lentamente davanti a lui.

Fu accompagnato all'interno, lungo corridoi di marmo e arazzi che lo ritraevano... in battaglia.

> "Cosa… che cosa sta succedendo?"

Poi fu lasciato solo in una stanza. Immensa. Uno specchio alto quanto una parete.

Sylon si avvicinò, e vide se stesso. Ma non era lui.

I capelli più lunghi. Gli occhi più freddi. Una cicatrice sul sopracciglio destro. E quell'aura… come se fosse qualcuno che il mondo intero temeva.

> "...Cosa sono davvero io?"

Una porta si spalancò alle sue spalle.

> "Sempre a fingerti importante, eh?"

Un ragazzo lo fissava. Più alto. Stessi occhi, ma pieni di disprezzo.

> "Nullità come sempre, fratellino. Nessuno ti vuole. Sei persino tornato dalla morte… e per cosa? Per piangerti addosso?"

> "Tu… chi sei?"

> "Sei talmente inutile che non ti ricordi neanche il nome di tuo fratello maggiore, io sono il 3 figlio dei Andralon, Valis Andralon e sono quello che ti odia di più di tutti gli Andralon."

Sylon fece un passo indietro. La rabbia cresceva, ma anche la confusione.

> "Ti vuoi anche uccidere, di nuovo? Fallo. Risparmiaci l'imbarazzo."

Poi una nuova voce interruppe tutto.

> "Silenzio."

Dalle ombre emerse un uomo alto, con occhi gelidi e un mantello color sangue.

Il fratello chinò il capo, stringendo i pugni.

> "Valis. Puoi andare."

> "Sì, padre."

Uscì senza aggiungere altro.

Sylon restò immobile. Solo.

Davanti a quell'uomo che sembrava terribile.

L'uomo lo guardava come valis ma non del tutto uguale.

> "Sylon… finalmente sei tornato."

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